Diario di viaggio in India novembre-dicembre 2022

Diario di viaggio in India novembre-dicembre 2022

|8 Aprile 2023

di Giorgia Pollastri

Ebbene sì, anche questa volta siamo riusciti a tornare dai nostri bambini dopo tre anni di forzata assenza (dal 2019, ultimo viaggio).

Il gruppo di quest’anno era formato, oltre che da me, da Giorgina Mazzero, Renato Zennaro, Tiziana Malisani, Federica Saorin, Mara Bassani, Giulia Pascale, Silvia Gramigna.

Ansia alle stelle, cosa avremmo trovato dopo tantissimo tempo? Quasi 3 anni non sono pochi, anche perché i disagi del Covid vissuti da noi sono stati vissuti, forse più pesantemente, anche là. Ma siamo partiti fiduciosi.

La gioia dell’arrivo, i bambini che ci abbracciavano, il personale sorridente ci hanno fatto subito trovare a nostro agio.

Subito abbiamo cominciato a guardarci attorno per capire cosa avremmo potuto fare per far star bene e sicuri i nostri bimbi.

Silvia è rimasta pochissimo con noi poiché aveva organizzato altri incontri in città, con i suoi ragazzi che ormai sono grandi, lavorano o sono sposati. Ma una cosa simpatica che abbiamo fatto è il compleanno di Mahita, la ragazzina di Federica. Sono arrivate dal campus lei e le sue amiche del cuore, in tutto una decina di ragazzine, per cui cena e torta in un luogo di lusso che probabilmente non avevano mai visto prima. Bella esperienza donata a loro.

Nel 2019 Giorgina, con la dottoressa GiuliaAnna, aveva controllato peso e altezza di tutti i bimbi (su indicazione dei pediatri), per cui abbiamo ritenuto giusto fare un controllo a distanza di 3 anni. Giorgina, già esperta, è stata aiutata da Tiziana. Esaminando i bimbi nell’infermeria Asha Kiran, li hanno fatti arrivare casa per casa (come sapete i bambini e le bambine sono suddivisi per età nelle case) e li hanno misurati. Risultato, abbastanza positivo, non ci sono bimbi grassi, ma neppure particolari deficit di crescita longitudinale o ponderale. Grazie per questo importantissimo lavoro che ci ha in parte tranquillizzati.

Problema importantissimo e fondamentale: l’istruzione. Con la carenza di soldi, molti insegnanti (fortunatamente non tutti) avevano lasciato, per cui per mantenere un po’ di attività scolastica, le nostre ragazze grandi si sono prese l’incarico di fare da insegnanti nelle classi dei piccoli. Sicuramente le “sorelle maggiori”, cioè le ragazze del campus, erano state prese un po’ sottogamba per cui ci siamo impegnati molto per affrontare questi problemi. I nostri 20 giorni dovevano essere al massimo proficui, per cui Giulia ha utilizzato tutte le sue mattine come insegnante di inglese, mentre Federica si è dedicata alla matematica (per poco perché partiva dopo una settimana), Tiziana ha, in parte, supportato le nostre giovani “insegnanti” nel seguire i piccoli. Nel frattempo ogni mattina controllo dei piccoli scolari, dovevano avere, la divisa, le ciabattine, lo zaino e se non li avevano dovevano tornare “alla casa” a recuperarli. Ci siamo fatte alcune risate poiché a volte arrivavano con delle scarpe improbabili (es. scarpe troppo piccole usate come ciabatte o scarpe pressoché invernali) pur di non tornare indietro. Questo ci ha convinte che dovevamo fare un bell’ordine di ciabattine nuove per tutti. Il momento della distribuzione è stata una festa. 

Dopo l’arrivo a scuola abbiamo cominciato il controllo disciplina, sempre ogni mattina (per tutti i giorni) visita di ogni classe. Inizialmente (specie i piccoli) appena arrivavamo correvano in modo molto esuberante fin sulla porta ad abbracciarci ed a salutarci, poi … cambio della musica. Dovevano rimanere al loro posto, alzarsi in piedi, salutare e risedersi. E’ stata dura, ma ce l’abbiamo fatta, L’ordine era ripristinato. 

Un piccolo puntiglio che ho voluto togliermi è stato quello di ripristinare la campanella. Mi sembrava anche questo un segnale di ordine in una attività così importante. C’è voluta una settimana ma la campanella è ripartita… finché funzionerà.

Un’attività importante, affidata a Renato, è stato il controllo di tutto ciò che poteva essere pericoloso o dannoso. Renato lo aveva già fatto nel 2018 per cui era la persona che, con la memoria del passato, meglio poteva farlo. Fotografava i tombini che erano stati lasciati aperti, i tubi che perdevano acqua, eventuali vetri rotti, il tutto veniva inviato a Noel che poi provvedeva a far sistemare. E’ stato interessante e utile perché ha permesso di andare anche a ripulire (ripristinare) il campo di pattinaggio che si era riempito di erbacce, carte ed… escrementi. Il pattinaggio è una della attività che vengono svolte preferibilmente durante le vacanze, ma “sorpresa”, nella festa di addio che ci hanno organizzato, vi era anche un gruppetto di ballerine con i pattini. 

Uno dei lavori più importanti quando si fa il volontario in campus è “stare con i bambini”. In questo periodo, in particolare, era molto necessaria la presenza in Babies Home con i tanti bimbi nuovi arrivati. Tiziana e Mara hanno dedicato tantissime ore ai piccoli, ma anche Giorgina, Giulia e Federica.

Le attività più gratificanti sono state le “merende, gli snack”. Avevamo abbastanza donazioni per cui ci siamo organizzati per fare almeno tre volte la settimana queste merende speciali. Ovviamente erano momenti di festa: un giorno biscotti, poi banane, arance, pane e marmellata, sacchetti di patatine, eggpuff e così via. Tutte cose che speravamo, oltre a essere sostanziose per loro, sarebbero state molto gradite. E, ovviamente, gli acquisti di questi cibi dovevano essere per tutti, sia in Daddys Home sia in Butterfly Hill, quindi c’era sempre la macchina che portava fin là le scatole del cibo.

Naturalmente, per chi era arrivato in India per la prima volta, era doveroso offrire un po’ di turismo, non tanto per il turismo in sé, ma per conoscere qualcosa di un continente tanto misterioso e lontano dalla nostra realtà. Per questo motivo abbiamo organizzato la visita al Durga temple. Oltre a essere uno dei più antichi di tutta l’India, ricordiamo che Durga è una delle divinità più amate e pregate, protegge le donne e favorisce la fertilità. Anche a Mestre ogni anno viene organizzata una festa per questa dea. La seconda visita è stata ai Templi nella roccia. Un complesso molto antico scavato nella roccia e… ci è mancato Andrea Berton che, con la sua conoscenza della storia, avrebbe potuto farci da guida. 

Magari in futuro ci farà una scheda guida.

Un momento che, per me, è diventato un appuntamento imprescindibile è la visita all’Observation Home, un riformatorio per ragazzi fino ai 18 anni. Qui i ragazzi che vengono colti in flagrante dalla polizia vengono tenuti per mesi in attesa che la Corte si riunisca per il giudizio che deciderà il loro futuro. Molti di questi ragazzi sono solo ladri per fame o vagabondi perché non hanno un luogo dove andare e per questo alcuni di questi ragazzi non possono essere rimandati a casa dai giudici, perché non ce l’hanno. A volte vengono mandati da noi. Infatti quest’anno ne abbiamo incontrati tre in Butterfly che erano stati accolti da alcuni mesi. Qui sono avviati verso una vita sociale comunitaria e una scolarizzazione, che magari non hanno mai avuto anche se hanno già 10 o 12 anni.

Ogni anno al riformatorio portiamo dei doni: un anno magliette e pantaloni o asciugamani, dentifrici e sapone, un anno il televisore, un altro giochi da tavolo, un altro lettore CD con una serie di canzoni e di film.

Altra visita che amo fare è negli Slum. Il più conosciuto è quello di Kandrica, dove abbiamo costruito la primissima scuola circa 20 anni fa. Qui ci sono solo bambini piccoli dai 3 fino ai 6-7 anni che poi potranno essere inviati alla scuola pubblica… se i genitori lo vorranno.

Negli slum a volte riusciamo a fare anche dei piccoli laboratori di cucito per le mamme che arrivano con i figli o per ragazze in attesa di marito.

La fine del nostro periodo è arrivata pressoché istantaneamente, avevamo ancora tante cose in testa da fare, ma ben sappiamo che il tempo è tiranno. Ci siamo preparati per tornare in Italia con la consapevolezza che avevamo dato nuovamente un piccolo segnale di amore con la nostra presenza, convinti che quei piccoli input continueranno a fiorire e che quando torneranno i prossimi volontari troveranno un terreno fertile per continuare a dare amore ai bambini.

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