Andare a Daddy’s Home (il campus per bambini orfani o con disagio famigliare, gestito da Care & Share Charitable Trust India, a Vijayawada, e sostenuto da Mummy & Daddy – NdR) non è un viaggio, ma è proprio una esperienza di vita.
Una esperienza dalla quale torni sicuramente arricchito.
Arricchito di amore, arricchito di vita e di semplicità. Ti arricchisci con le cose semplici, come vedere un bimbo che mangia un samosa (fagottino di pasta fritto, con morbido ripieno speziato, NdR), come vedere la sincerità nei loro abbracci, come vedere quanto siano felici stando semplicemente accanto a te e parlare.
Non posso dirvi che siano bambini tristi o sfortunati. No, non lo sono. Sono bambini che hanno avuto sicuramente un brutto passato, ma sono davvero stati tanto fortunati ad aver trovato questo orfanotrofio.
Non hanno una famiglia e sono stati abbandonati, perché dovrebbero essere fortunati?, vi domanderete sicuramente.
Sono bambini fortunatI perché hanno un tetto sopra la testa, tre pasti al giorno, hanno la possibilità di studiare e hanno qualcuno che si prende cura di loro. E se non hai mai visitato l’India, forse non lo sai, ma nulla di tutto ciò qua è scontato.
Ad Hyderabad siamo stati ospitati da una ragazza cresciuta all’interno dell’orfanotrofio e che ora vive in un appartamento che si è presa da sola, ha finito il college e ha un buon lavoro. È grata di quello che la vita fino ad ora le ha dato. E si ritiene fortunata di aver avuto la possibilità di realizzarsi. È stato davvero bello poter toccare con mano queste storie.
Maddalena, 29 anni. La mia terza volta al campus