Sono un medico specialista in medicina dello sport e in Igiene e Medicina Preventiva. Da quando sono in pensione, dedico parte del mio tempo alle persone bisognose in varie parti del mondo (Africa, Asia, America Latina) occupandomi in particolare del loro stato di salute.
Quest’anno un’amica mi ha fatto conoscere Giorgia Pollastri, la presidente di Mummy&Daddy, un’organizzazione di volontariato che supporta la Care&Share Charitable Trust in India.
Il suo entusiasmo mi ha contagiato e così ho convinto anche Sofia, una collega oculista, e due amici, Elena e Lucio, ad andare al Campus Daddy’s Home di Vijayawada ad esplorare se potevamo in qualche modo essere utili.
Che dire? Sicuramente è stata una esperienza intensa e stimolante. Ci siamo occupati di tante cose: da visitare i bambini (anche neonati), ragazzi, adolescenti per un check up globale (ivi compreso uno screening oculistico), alla diagnosi, cura e sorveglianza terapeutica di varie patologie, tra cui non ultime Aids e tubercolosi. In questo lavoro siamo state aiutate da una brava infermiera locale, Swarna.
I problemi sanitari sono veramente tanti e per alcuni dei casi siamo dovute ricorrere ad ospedali privati di alto livello presenti nella città di Vijayawada. È stata anche l’occasione per incontrare colleghi indiani e approfondire con loro alcuni aspetti medici e terapeutici.
Al Campus Daddy’s Home abbiamo incontrato anche dei colleghi italiani della Associazione CCWW, pediatri di famiglia per i bambini del mondo, che fino a pochi anni fa garantivano la loro presenza alla Daddy’s Home, almeno 3 volte all’anno, e che adesso lavorano in un altro Centro a più di 20 km di distanza.
Che dire del nostro lavoro in queste tre settimane al Campus? Io sono dell’idea che rimane “un ago nel pagliaio” e che quando vai via ti lascia l’amaro in bocca perché sai che qui sarebbe necessario avere una continuità sanitaria che intervenga nella cura delle malattie e nella formazione del personale che qui opera. È indispensabile che il personale comprenda l’importanza della nutrizione dei bambini, dei ragazzi Hiv positivi che per continuare a vivere devono integrare i carboidrati (riso) normalmente presenti nella loro alimentazione con adeguate dosi di proteine e di vitamina A. Sofia, la mia collega oculista, si è spesa tantissimo in questo campo tanto che Mummy&Daddy ha lanciato una campagna di donazione proprio per l’acquisto di questi prodotti.
Ovviamente l’igiene dentale di questi ragazzi lascia molto a desiderare, ma so che al Campus ogni tanto arrivano colleghi dentisti che hanno aperto un bell’ambulatorio.
Infine (deformazione professionale?), una cosa che mi ha colpito è la sedentarietà di questi ragazzi , presente a tutte le età. Per contrastarla ci sarebbe bisogno di un progetto con specifico obiettivo che in vari momenti della giornata proponga attività strutturate stimolanti e dinamiche come giochi, danze e balli. Rimarrà un sogno? Spero di no.
I sorrisi di questi bambini e ragazzi che dalla vita hanno avuto sicuramente meno di quello che hanno avuto i miei figli e che hanno una gran voglia di vivere e di vedere ed esplorare cose nuove me li porterò sempre nel cuore.
Donatella Noventa